Alitosi

Celiachia
Soffiare l’alito sul palmo della mano non darà nessuna indicazione sull’alitosi, poiché si sentirà solo l’odore della mano!

L’Alitosi o bromopnea non è altro che l’alito cattivo. È un problema che riguarda circa un adulto su due senza discriminazione di genere.
“L’alitosi” dal latino halitus = alito/respiro + osis = condizione anormale, indica l’odore sgradevole dell’aria emessa dal cavo orale in espirazione e durante la fonazione, indipendentemente dal sito in cui le sostanze odorifere vengono prodotte.

Quando l’origine è orale si parla di alitosi orale.

Non sempre i soggetti che ne sono portatori lo riconoscono come un problema e ciò perché non ne sono coscienti o lo ritengono poco significativo.
In ogni caso diviene discriminante nei rapporti sociali.
Nella maggior parte dei casi l’alitosi trova origine nel cavo orale e solo una piccola percentuale riferibile al 10% trova un motivo diverso dalla bocca.
L'alitosi fisiologica, l'alitosi patologica orale e la pseudo-alitosi rientrerebbero nell'ambito del trattamento specialistico dei dentisti a cui si rimanda per una corretta gestione e valutazione della salute orale nella sua interezza.
La gestione specialistica odontoiatrica può includere un trattamento parodontale o riparativo o entrambi, nonché semplici misure di trattamento come istruzioni sull'igiene orale, pulizia della lingua e risciacquo della bocca.
Considerato l’alto numero di adulti portatori di alitosi e che solamente nel 10% trova origine sistemica, poter fare una corretta diagnosi farebbe una importante differenza per il riconoscimento di patologie sistemiche extra orali misconosciute. La persona che ha l’alito cattivo spesso non se ne accorge, in realtà dovrebbe essere contenta se altri glielo fanno notare, ma le cose non stanno così: l’alito cattivo resta un argomento tabù!
In anni passati, lo strumento test per il riconoscimento dell’alitosi era dato dalla capacità olfattiva del medico, meglio se comparata con la rilevazione effettuata da un altro soggetto test.
L’esame consisteva nell’odorare l’alito del paziente da una distanza ravvicinata (un palmo), media (1 metro), e lontana (3 metri).
In dipendenza della distanza dalla quale veniva percepito il cattivo odore l’alitosi veniva classificata in leggera, moderata o severa. Per effettuare correttamente la prova, la rilevazione andava comparata con quella di un’altra persona che poteva essere un accompagnatore del paziente o un collaboratore del medico.
Moderni strumenti analitici, permettono l’identificazione e la misurazione dei distinti composti esalati dal corpo umano.
Di questi Composti Organici Volatili (COV) che circolano nel sangue se ne conoscono più di 3000 e la loro individuazione può avvenire in centri di ricerca scientifica.
Composti solforati volatili (CSV) possiedono la capacità di uscire all’esterno, sia attraverso gli alveoli polmonari che tramite la secrezione delle ghiandole salivari. Analogamente ai test più comunemente conosciuti che riconoscono i composti volatili per l’identificazione della concentrazione di etanolo e acetaldeide (conosciuto come alcol test), quelle che individuano l’ossido nitrico nell’asma o la presenza del batterio Helicobacter Pylori causa di malattia gastro-duodenale, il riconoscimento dei Composti Organici Volatili (COV) relativi all’alitosi risultano utili per l’identificazione e per il follow-up terapeutico dei pazienti affetti da tale condizione.
L’aria proveniente dai polmoni può contenere anche composti volatili associati ad alcune patologie, e può arrivare a venire considerata un biomarcatore.
Un recente rapporto pubblicato dall’Istituto dell’Alito indica che la maggior parte dei pazienti (60%) che richiedono il trattamento nei centri clinici associati in Spagna e Portogallo soffrono di alitosi di origine orale. Ciò nonostante, la proporzione di alitosi con questa origine è diminuita nel corso degli ultimi anni. Alcune possibili spiegazioni sono la crescente sensibilizzazione della popolazione relativamente alle cure di igiene orale e alla maggior facilità di accesso a una diagnosi. Le cause extra-orali (apparato respiratorio, tubo digerente o sistemico) sono responsabili di circa il 17% dei casi diagnosticati dall’Istituto dell’Alito. La diagnosi di queste cause è più complessa e richiede generalmente una tecnologia più avanzata, per cui è più facile localizzarle durane una visita specialistica. Al restante 23% dei pazienti che richiedono una visita all’Istituto dell’Alito non viene diagnosticata alitosi. Alcune condizioni come la diminuzione della secrezione salivale, problemi digestivi, stress/ansia, che in alcuni casi possono creare un reale problema di alitosi, possono causare sensazioni gustative che vengono percepite come sensazioni olfattive da parte dei pazienti. In questi casi, i pazienti hanno una autopercezione di alitosi quando in verità non ci sono valori di COV o CSV oltre il normale (pseudoalitosi). Un esame specialistico con dosaggio strumentale dei valori di COV risulterebbe tranquillizzante per i pazienti con pseudoalitosi. Questa situazione si deve specialmente alla consapevolezza dell’impatto negativo che l’alitosi può provocare nella propria vita personale e professionale (e che una persona può soffrire di alitosi senza saperlo). Sono diverse le patologie e condizioni cliniche che producono composti volatili e possono avere a che fare con una varietà di specialità mediche, come Stomatologia; Otorinolaringoiatria; Gastroenterologia; Pneumologia; Medicina Interna; Endocrinologia; Nefrologia; Neurologia e Psichiatria. Di seguito si riporta un elenco di biomarcatori più spesso associati all’alitosi:

Biomarcatori Patologie Associate
Acetone Diabete mellito e situazioni di acetonemia
Nitrati e cianuro Infezione da “helicobacter pylori”
Disolfuro di idrogeno e limonene Malattia epatica e cirrosi biliare primaria
A&acutocidi alifatici C2-C5 metilmercaptano Cirrosi scompensata del fegato
Dimetilammina e trimetilammina Uremie e insufficienza renale

http://www.istitutodellalito.it/biblioteca-medica-alitosi/composti-del-cattivo-odore/


Alitosi Orale

Nell'alitosi ad eziologia orale, i composti volatili di zolfo sono prodotti metabolici dei microrganismi contenuti all'interno del biofilm che ricopre il dorso della lingua e altri tessuti nella cavità orale.
In riferimento al 90% dei casi di alitosi che dipendono da una mancata corretta igiene orale occorre precisare che anche la “carie dentaria”, spesso ignorata e mal gestita è definibile una piaga sociale. Causa di deterioramento di uno o molteplici elementi dentari, la carie, da sola o associata a patologie gengivali, incide in un alterato processo digestivo per la difficoltà alla normale triturazione del cibo (tempo orale della digestione). Va affrontata in ambiente specialistico odontoiatrico ed in ambiente gastroenterologico dove più specificatamente si approfondisce il ruolo del microbiota orale scegliendo di conseguenza la miglior dieta da associare ad integratori probiotici.

Germi
Pulizia
La storia ci tramanda uso di prodotti per la pulizia orale risalenti al 4000 a.C.


Microbiota Orale

Il microbiota orale è formato da qualche centinaia di specie di batteri che si aggregano tra loro grazie alle proteine salivari e aderiscono alla superficie dei denti.
Quest’unione di batteri crea il biofilm che analogamente a quanto avviene all’interno dell’intestino crea una barriera difensiva per germi patogeni lottando con i mezzi di cui ogni specie è capace di produrre.
La specie batterica più presente a livello orale è lo Streptococcus salivarius.
Quando questo ceppo manca, il suo spazio è occupato da batteri cattivi come Moraxella catarrhalis, Haemophylus influenzae e altre specie di Streptoccocchi, come S. pneumoniae e S. pyogenes, Porphyromonas gingivalis, Tannerella forsythia, Treponema denticola, Prevotella intermedia.
La relazione tra concentrazione di H2S e rilevamento di batteri orali si riconoscono questi principali microrganismi: Streptococcus; Neisseria sp.; Candida sp.; Corynebacterium; E. cloacae; Anaerobic bacteria species: Capnocytophaga sp.; P. melaninogenica; Fusobacterium; P. corporis; P. intermedia.

FrontOffice

Considerato che la bocca, così come la pelle, rappresenta il “front-office” con il mondo esterno, avere un equilibrato microbiota orale fornisce capacità immunologiche e difensive nei confronti degli agenti aggressivi con cui veniamo a contatto.
Occorre valutare che un microbiota orale disbiotico con eccesso di alcuni ceppi batterici che vengono deglutiti con la saliva, superato il filtro acido gastrico, colonizzano l’intestino, causando uno stato infiammatorio sistemico (vedi colonizzazione da Prevotellaceae; Veillonellaceae associate a patologie infiammatorie croniche intestinali ed epatiche; Peptococcaceae; Fusobacteriaceae appartenenti anch’esse al microbiota orale capaci di produrre tossine (LPS e H2S) in grado di predisporre ad una infiammazione intestinale. Recenti pubblicazioni hanno evidenziato nel Fusobacterium Nucleatum il ceppo capace di potenziare la crescita tumorale di tumori del colon tanto da averlo definito un marcatore di tale patologia. Anche la presenza di Carnobacteriaceae nell’intestino sono collegati a disordini del microbiota orale.
Lo studio della composizione microbica del biofilm della lingua in volontari affetti da alitosi e volontari sani ha rilevato un'elevata varietà batterica (oltre 80 specie diverse). È stata rivelata una distinta composizione batterica nei biofilm associati all'alitosi rispetto ai biofilm associati alla salute. È stato dimostrato che Actinomyces graevenitzii è significativamente associato alla condizione di alitosi. Il metodo di coltura ha identificato 47 specie, inclusa Veillonella rogosae, mai isolata finora dal biofilm della lingua di pazienti con alitosi. Nella condizione sana, il metodo dipendente dalla coltura ha mostrato che le specie più frequenti erano Streptococcus parasanguinis tra gli aerobi e Veillonella spp. tra gli anaerobi. Il metodo di clonazione indipendente dalla coltura ha rilevato oltre 50 specie. Gli streptococchi, in particolare S. mitis/oralis, S. pseudopneumoniae e S. infantis nonché Prevotella spp., sono stati trovati più frequentemente nei pazienti con alitosi. Streptococcus salivarius e Rothia mucilaginosa sono stati riscontrati più frequentemente in condizioni di salute.

Microbiologia Febbraio 2020;9(2):E958.
Doi: 10.1002/Mbo3.958. Epub 14 Novembre 2019.La Combinazione Di Metodi Colturali E Indipendenti Dalla Coltura Rivela Una Nuova Composizione Microbica Del Biofilm Della Lingua Dei Pazienti Con Alitosi Sara Bernardi et al.

Bimbo



Classificazione

L’alitosi è genericamente suddivisa in due condizioni: “l’alitosi vera” e la “pseudoalitosi” (Vedi Tab.). Si parla di alitosi vera quando il cattivo odore emesso dalla bocca è realmente apprezzabile da terzi e può essere clinicamente diagnosticato sia con misurazioni organolettiche che con mezzi fisico-chimici. L’alitosi vera è ulteriormente suddivisibile in alitosi patologica ed alitosi fisiologica (spesso transitoria).
Con il termine di pseduoalitosi ci si riferisce invece a quelle situazioni in cui il cattivo odore orale in realtà non è presente, non è percepibile dall’esaminatore nè può essere investigato dalle metodiche strumentali, ma nonostante ciò il paziente crede di averlo e continua a segnalarlo.
Se anche in seguito ai vari approcci terapeutici, sia nel caso di alitosi vera che di pseudoalitosi, il paziente è convinto ancora di soffrire del disturbo nonostante la negatività dei risultati diagnostici, la diagnosi sarà quella di "alitofobia".

L’alitosi può manifestarsi transitoriamente come caratteristica parafisiologica correlata a taluni momenti o situazioni della vita quotidiana, e spesso correlata al consumo di alimenti alitogeni quali aglio, cipolla, porri, alcune spezie, l’assunzione di alcool o di alcuni farmaci.

  • antiipertensivi,
  • antidepressivi, ansiolitici, antipsicotici,
  • antistaminici,
  • anticolinergici,
  • antispasmodici,

Questi possono provocare alitosi a causa di sostanze in essi contenute, poiché comportano l'immissione di sostanze alitogene nel torrente sanguigno e di qui nell'aria espirata
Esistono alcuni momenti della giornata in cui la mucosa orale si asciuga (al mattino al risveglio, dopo una lunga conversazione o durante il ciclo mestruale) in cui una riduzione del flusso salivare con conseguente alterazione dell’equilibrio fisico-biochimico orale è tale da favorire la produzione di composti volatili solforati responsabili del cattivo odore.
L’alitosi patologica è permanente, non viene risolta dalle semplici manovre di igiene orale e potrebbe impedire al paziente di condurre una vita normale.
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Classificazione Descrizione
Alitosi vera Alitosi obiettivamente riscontrata con intensità oltre i livelli socialmente accettabili
Alitosi parafisiologica 1) Il cattivo odore proviene dai processi putrefattivi che avvengono in bocca. Non vengono riscontrate né patologie specifiche né condizioni patologiche che possono giustificare l’alitosi.
2) L’origine è principalmente la regione posteriore del dorso linguale.
3) Dovrebbe essere esclusa l’alitosi temporanea dovuta alla dieta (aglio, cipolla etc) o per assunzione di farmaci
Alitosi patologica
- Orale 1) L’Alitosi è causata da malattie o malfunzionamento dei tessuti orali.
2) Rientra in questa suddivisione l’alitosi che ha origine nella patina linguale, modificata da condizioni patologiche orali (malattia parodontale, xerostomia, stomatiti, tumori)
- Extraorale 1) L’Alitosi origina dalle regioni nasale, paranasale e/o laringea.
2) L’Alitosi origina dal tratto polmonare o dalle alte vie digestive.
3) L’Alitosi origina da problemi in qualsiasi parte del corpo, i composti maleodoranti passano quindi attraverso il circolo sistemico e vengono escreti dai polmoni con la respirazione (diabete, cirrosi epatica, uremia, emorragie interne, infezioni polmonari, ernia iatale, trimetilaminuria (sindrome dell’odore del pesce).
Pseudo alitosi 1) Non viene percepita alitosi oggettiva da terzi nonostante il paziente ne dichiari ostinatamente l’esistenza.
2) La condizione viene migliorata dalle semplici manovre di igiene orale e dal “counseling” (attraverso la spiegazione dei risultati diagnostici effettuati).
Alitofobia 1) In seguito al trattamento per l’alitosi vera o la pseudoalitosi, il paziente continua a credere di avere un alito cattivo.
2) Non c’è alcuna evidenza fisica o sociale che potrebbe giustificare la presenza dell’alitosi

Tab. modificata da Yaegaki K,Coil JM J Can Dent Assoc. 2000 May; 66(5): 257-61 et al.

Esiste inoltre una origine sistemica dell’alitosi imputabile a disordini metabolici associati ad effetti di alcuni farmaci o cibi che potrebbero essere raggruppati in una categoria definita “blood-borne halitosis (alitosi che origina dal sangue) in cui le sostanze maleodoranti, generate all’interno del corpo anche in siti anatomicamente distanti dalla bocca, vengono trasportate ai polmoni attraverso il sistema circolatorio e, se sufficientemente volatili, vengono immesse per mezzo degli scambi alveolari nell’aria espirata, impartendo così un odore fetido al respiro.
Secondo Murata et al. è stata proposta una classificazione dell’alitosi in esogena, endogena e psicogena. L’Alitosi esogena è per antonomasia una condizione transitoria, legata all’assunzione ed al metabolismo di alcuni cibi ed abitudini voluttuarie (fumo, alcol, caffè). Tra queste rientra anche il cosiddetto “morning-breath”, condizione risolvibile generalmente con le normali manovre di igiene orale.
L’Alitosi endogena o vera, è invece legata a condizioni patologiche orali e sistemiche ed all’assunzione ed al metabolismo di alcuni farmaci.
L’alitofobia rientra tra le forme psicogene.



Eziologia dell'alitosi

Cause di alitosi orali

    • Patina batterica linguale
      Igiene orale scadente
      Gengivite, parodontiti
      A.n.u.g. (gengivite ulcero-necrotica acuta)
      Cavità carnose non trattate
      Protesi totale
      Xerostomia
      Infezioni orali
      Stomatiti ulcerative
      Cancro orale
  • Cause di alitosi non orali

    • Cibi alitogeni: spezie, aglio, cipolla, pesce, formaggi ecc.
      Fumo di tabacco
      Bevande alcoliche
      Farmaci
      Malattie O.R.L.
      Malattie gastroenteriche
      Nefropatie con uremia
      Trimetilaminuria
      Alitofobia
  • Le cause extra-orali (apparato respiratorio, tubo digerente o sistemico) sono responsabili di circa il 17% dei casi diagnosticati dall’Istituto dell’Alito. La diagnosi di queste cause è più complessa e richiede generalmente una tecnologia più avanzata, per cui è più facile localizzarle durane una consulta specialistica di alitosi.
    Al restante 23% dei pazienti che richiedono una visita all’Istituto dell’Alito non viene diagnosticata alitosi. Alcune condizioni come la diminuzione della secrezione salivale, problemi digestivi, stress/ansia, che in alcuni casi possono creare un reale problema di alitosi, possono causare sensazioni gustative che vengono percepite come sensazioni olfattive da parte dei pazienti. In questi casi, i pazienti hanno una autopercezione di alitosi quando in verità non ci sono valori di COV o CSV oltre il normale (pseudoalitosi).


    Test per la valutazione dell'alito

    • Test soggettivi (Autovalutazione)
      Test strumentali

  • AUTOTEST per rilevare il proprio alito:

    Un modo semplice per verificare il proprio alito consiste in tre piccoli test riportati di seguito:
    - Prendere un filo interdentale bianco non cerato e senza sapore e passarlo fra i molari posteriori superiori e inferiori. Se il filo assume un colore marrone dopo 45 secondi, odorarlo.
    - Sporgere la lingua fuori della bocca quanto più è possibile e strofinare la superficie due o tre volte con una garza sterile. Dopo 45 secondi odorare la garza.
    - Passare la lingua sul proprio polso pulito senza alcun profumo. Aspettare e poi odorare.
    Annusare il filo interdentale dopo l’uso a 5 cm di distanza, 5 secondi dopo il suo utilizzo.

    L’odore che sentirete è lo stesso odore avvertito dalle persone che vi stanno accanto!

    filo
    mano

    Test strumentali

    • Gascromatografia: Considerato il metodo più affidabile e preciso, analizza i gas presenti nell'alito separandoli e identificandoli. È un test oggettivo ma complesso e costoso.
      Halimeter: Un dispositivo portatile che rileva la concentrazione dei Composti Volatili Solforati (VSC), responsabili dell'alito cattivo.
      Sensoristica avanzata: Sono stati sviluppati anche sensori più moderni e portatili che reagiscono alla presenza di specifiche sostanze nell'alito, a volte attraverso cambiamenti di colore.

  • Il naso elettronico è definito come uno strumento che comprende un insieme di sensori elettrochimici ed un appropriato sistema di riconoscimento dell’impronta olfattiva (pattern recognition system), capace di riconoscere odori semplici o complessi.
    J. W. Gardner, A brief history of electronic noses, in Sensors and Actuators B: Chemical, vol. 18, n. 1-3, 1º marzo 1994, pp. 210-211

    corona

    L’Halimeter è un apparecchio che testa il respiro e aiuta a determinare da dove viene il cattivo odore, se dalla bocca, dal naso o dai polmoni. Nel 90% dei casi l’alito cattivo ha comunque origine dalla bocca. La superficie della lingua, facilitando per vastità e struttura il depositarsi dei residui alimentari, costituisce un habitat idoneo al proliferare dei batteri anaerobi che metabolizzano le proteine e si localizzano generalmente sul retro posteriore della lingua.
    Il caratteristico odore alitosico è dovuto ai composti sulfurei volatili comunemente chiamati VSC. Alcuni sensori posti all’interno della macchina misurano con esattezza la percentuale dei composti sulfurei presenti nell’aria che viene espirata dal paziente. L’uso dell’Halimeter, inoltre, permette di monitorare i cambiamenti della qualità dell’alito in corso di terapia e così i pazienti sono in grado di valutare l’evoluzione della malattia.

    Da precisare che l'Halimeter, essendo un apparecchio diagnostico, non cura l'Alitosi. E' uno strumento per misurarne l'intensità e l'esistenza! Misura il Gas emesso dalla bocca in parti per milioni. Sotto 75 parti/milioni non si ha Alitosi. Sopra si incomincia ad avvertirla sia soggettivamente che oggettivamente da parte del Medico che "odora" l'aria emessa dalla bocca. Al di sopra di 120 l'Alitosi è forte e la si percepisce anche ad 1 mt di distanza!
    Tra le Malattie Sistemiche che provocano Alitosi si riscontrano patologie Gastroenteriche, Epatiche, Seni Paranasali, Polmoni. Tutto il Resto è di Pertinenza del Dentista per Patologie Orali Sostenute da Batteri Gram- Anaerobi per Tasche Parodontali (Parodontiti), Carie, Necrosi pulpare, Anfratti di glossiti, stomatiti ulceronecrotiche.

    test
    spazzolino

    I dati rilevati dagli strumenti in sé non costituiscono una prova assoluta dell'alitosi, pertanto nella diagnosi finale devono essere considerati ulteriori metodi di test come colture batteriche, metodi di rilevamento dei solfuri e metodi organolettici (annusamento).

    Esame microbiologico

    Si possono identificare i batteri produttori di composti solforosi volatili ottenuti raschiando il biofilm dal dorso della lingua. Tramite la reazione a catena della polimerasi (PCR) è possibile rilevare le specie batteriche responsabili del cattivo odore. In generale l'alitosi può essere ricondotta a sei batteri specifici: Actinomyces graevenitzii che è significativamente associato alla condizione di alitosi, P. gingivals, Tanerella forsythia, Fusobacterium nucleatum, Prevotella intermedia e T. denticola.

    Santosh Patil, MDS Reader e , Department of Oral Medicine and Radiology and Radiology, Jodhpur Dental College and General Hospital, Jodhpur National University, Halitosis: Practice Essentials, Epidemiology, Etiology, 9 aprile 2021.